Aprire partita IVA: quanto costa e come si fa?

L’apertura di una partita IVA ha dei costi e una procedura ben precisa da seguire. Vediamo di cosa si tratta.

Autore: Fatture in Cloud

Il costo di apertura di una partita IVA è di per sé pari a zero. L’intera procedura per l’apertura può effettuarsi online o direttamente in una delle sedi dell’Agenzia delle Entrate. Puoi anche decidere di affidare la pratica a un commercialista o a un Centro di Assistenza Fiscale (CAF), ma in questo caso la procedura è a pagamento.

Per aiutarti a procedere autonomamente, qui ti spieghiamo cosa sapere per aprire la Partita IVA, cosa fare e quali spese potresti dover affrontare.

 

Come aprire la Partita IVA: la procedura


Ditte individuali e liberi professionisti

L’apertura di partita IVA per il libero professionista è un’operazione molto semplice. Come prima cosa, devi individuare il tuo profilo fiscale e il codice ATECO. L’ATECO è un codice alfanumerico che serve a classificare le attività economiche. Sul sito dell’ISTAT puoi trovare l’elenco completo dei codici ATECO tra cui scegliere quello più pertinente ai servizi che offri.

A questo punto non ti resta che compilare il modello per l’apertura della partita IVA scegliendo tra:

  • il modello AA9/12 per le persone fisiche,
  • il modello AA7/10 per soggetti diversi da persone fisiche,
  • il modello ANR/3 per soggetti non residenti in Italia.

 

Tutti i modelli sono reperibili gratuitamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate o in una delle sue sedi fisiche. Una volta compilato il tuo modello, puoi consegnarlo a mano, attraverso il sito o via posta con raccomandata.

Se hai l’obbligo di iscriverti al Registro delle imprese (perché rientri in queste condizioni) o al REA (ad esempio, per aprire un negozio), dovrai presentare la Comunicazione Unica, un documento che ti permette di adempiere a tre doveri amministrativi:

  • richiesta di partita IVA o codice fiscale,
  • obblighi verso Inps e Inail,
  • iscrizione al Registro delle imprese.

Anche questa procedura può essere svolta telematicamente.


Società di persone e di capitali

La procedura per aprire una società è abbastanza complessa. Un Commercialista può aiutarti: su Fatture in Cloud trovi quello che più fa al caso tuo, tra i tanti attivi nella tua zona. 

 

Scegliere il regime fiscale: forfettario, ordinario o semplificato?

Ora che hai chiari costi e modalità per aprire la tua partita IVA non ti resta che scegliere il regime contabile da applicare. 

Il regime contabile è un insieme di regole e obblighi che chi ha partita IVA deve rispettare per essere in regola con il fisco e con la legge. Ad oggi esistono tre regimi contabili:

  • il regime ordinario
  • il regime semplificato
  • il regime forfettario

 

Il regime forfettario è solitamente il più conveniente per una nuova attività, ma non sempre è possibile accedervi.


Regime forfettario: requisiti e calcolo delle tasse

Il regime forfettario è l’unico regime fiscale agevolato attualmente disponibile in Italia. Garantisce un’aliquota molto conveniente del 15% sull’imponibile. Inoltre, l’imposta è ridotta al 5% per i primi cinque anni per le nuove attività che rispettano determinate condizioni

Oltre all'aliquota conveniente, offre anche diverse semplificazioni contabili e fiscali, tra cui:

  • esonero delle scritture contabili sia ai fini IVA che reddituali, anche se rimane l’obbligo della numerazione e conservazione delle fatture attive e dei corrispettivi;
  • IVA assente per le operazioni attive e non detraibile sugli acquisti. Questo vuol dire esonero dalle liquidazioni/versamenti periodici IVA, dalla dichiarazione annuale e dagli altri adempimenti fiscali periodici (Intra e black list);
  • non assoggettamento a ritenuta alla fonte a titolo d’acconto; bisogna però inserire nella dichiarazione dei redditi il codice fiscale del precettore dei redditi per il quale non è stata operata la ritenuta;
  • non assunzione della qualifica di sostituto d’imposta (il soggetto forfettario non opera ritenute alla fonte);
  • esonero dall'obbligo di fatturazione elettronica. 

 

Per poter accedere al regime forfettario devi rispettare alcuni requisiti:

  • Requisito soggettivo: può accedere al regime agevolato una persona fisica ed eserciti un’attività d’impresa, di arte o professione (incluse le imprese familiari). Quindi la partita IVA deve essere riferita a un libero professionista o a una ditta individuale. Società e associazioni professionali, invece, sono escluse.
  • Limite dei compensi e ricavi: i compensi e ricavi non devono superare i 65.000 € annui.
  • Limite delle spese per personale dipendente o per lavoro accessorio: le spese per personale dipendente o per lavoro accessorio non possono superare il limite di 20.000 € annui. 

 

Per calcolare le tasse da pagare, segui questa procedura:

  • Calcola il reddito imponibile (ovvero la parte del tuo guadagno sulla quale applicare il 15% di tasse): moltiplica il guadagno annuo lordo per il coefficiente di redditività associato al tuo codice ATECO.
  • Sottrai dal reddito i contributi previdenziali obbligatori
  • Moltiplica l'importo ottenuto per l'aliquota prevista per il forfettario (15% o 5% per le nuove attività)

 

L’imposta così applicata si sostituisce a tutte quelle ordinariamente previste (imposte sui redditi, addizionali regionale e comunale, Irap).

Ma che succede invece se non rispetti i requisiti indicati? In questo caso, rientrerai in uno degli altri due regimi fiscali previsti dalla legge: l’ordinario e il semplificato.

 

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