Capitolo n° 4

Liquidità aziendale: cosa è e come si gestisce

Avere liquidità permette all’impresa di crescere in modo sano e di non avere problema di solvibilità. Vediamo cos’è la liquidità e come gestirla al meglio.

Autore: Fatture in Cloud

 

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C’è un termine che ogni imprenditore e imprenditrice dovrebbe conoscere molto bene: liquidità.

Che cosa intendiamo con questa parola? La liquidità è la possibilità per un’azienda di far fronte agli impegni finanziari assunti nel breve e brevissimo tempo.
In parole più semplici, è la disponibilità di liquidi in cassa per pagare gli stipendi, le fatture dei fornitori, oppure far fronte ai mutui sottoscritti con banche o con istituti di credito, tutti elementi che vanno a comporre le spese correnti.

Nella liquidità non rientra solamente il contante, ma anche azioni o obbligazioni, che di solito possono essere convertiti in denaro in breve tempo.

Gestire la liquidità significa analizzare in maniera dettagliata il flusso di cassa (cash flow aziendale), cioè le entrate e le uscite previste nel breve, ma anche nel lungo periodo (di solito lo spazio temporale che si prende in considerazione sono dodici mesi).

Così facendo, potrai capire lo stato dell’impresa e se sono necessarie azioni correttive, prima di aver problemi di contante e un inevitabile peggioramento della situazione finanziaria.

Inoltre, potrai sopperire anche a eventuali spese impreviste o cali di fatturato causati da cause esterne.

In questo capitolo capirai che cosa è la liquidità e come gestirla all’interno della tua azienda, risolvendo anche problemi che in un primo momento possono sembrare insormontabili.

 

Cos'è la liquidità

La liquidità è la capacità di un’azienda di far fronte alle spese che sono state programmate nel breve periodo.

Ad esempio, per una medio-piccola azienda vuol dire essere in grado di pagare gli stipendi dei dipendenti, i fornitori (molto semplicemente le materie prime che si utilizzano per produrre un bene o per offrire un servizio), le bollette, le tasse, le imposte e infine anche le rate dei mutui contratti con banche o istituti di credito.

La liquidità è formata da diversi asset (proprietà) che possono essere nella disponibilità di una società:

  • i contanti (conti correnti, libretti, assegni),
  • azioni e obbligazioni,
  • le scorte in magazzino,
  • beni immobili (più difficili da rendere liquidi nel brevissimo periodo),
  • i crediti verso terze parti (in alcuni casi difficilmente esigibili),
  • i macchinari.

Una corretta gestione della liquidità permette di far fronte a spese impreviste e di avere delle solide radici piantate a terra. Ma come si riesce a gestire in modo efficace la liquidità e il cash flow aziendale? In primis realizzando con cura il budget finanziario, un documento previsionale che stima le entrate e le uscite nell’anno successivo e permette di delineare la strategia da utilizzare in caso di spese impreviste o problemi lato vendite.

Inoltre, è importante sempre essere a conoscenza di due parametri: l’indice di liquidità immediata e l’indice di liquidità totale.
Che cosa sono? Si tratta di due indici sintetici che ti permettono di capire la stabilità della tua impresa e se stai andando verso uno stato di insolvenza che nel peggiore dei casi può portare alla chiusura.

Gestione Finanziaria

 

Indici di liquidità: totale e immediata

L’indice di liquidità immediata e l’indice di liquidità totale sono due totem da avere sempre avere bene in mente e valutare con cura.
Vediamo come si calcolano e il loro impatto sulla vita di un’impresa.

  • Indice di liquidità immediata (o acid-test).
    Come si può intuire dal nome, permette di avere una fotografia sullo stato dell’impresa nel brevissimo termine.
    Il parametro è dato dal rapporto tra le risorse disponibili (denaro sui conti corrente, crediti e titoli a brevissimo termine) e le spese che devi sostenere.
    La formula per calcolare l’indice è: attività correnti/passività corrente.
     
  • Indice di liquidità totale (current ratio).
    In questo caso si calcolano tutti gli asset disponibili dell’azienda, comprese le materie prime o i servizi che possono essere commutati in contante.
    Il numeratore resta lo stesso.
    La formula finale è: (Liquidità immediata + Liquidità differita)/Passività correnti.

Come si deve interpretare l’indice di liquidità? E quale è la differenza sostanziale tra i due?
Partiamo da questa seconda domanda. L’unica differenza tra i due parametri è nel numeratore. Nel caso dell’indice di liquidità immediata si tengono in considerazione solo gli asset esigibili nel brevissimo periodo, mentre nella liquidità totale svolgono un ruolo importante anche tutti quegli elementi che hanno bisogno di tempo per diventare contante, come ad esempio le materie prime.

Essendo un rapporto tra due numeri, l’indice di liquidità può avere un valore superiore a 1, uguale a 1 oppure inferiore a 1.
Vediamo caso per caso.

  • Indice di liquidità > 1
    L’azienda è in sicurezza. Ha liquidità a sufficienza per coprire tutte le spese e con il denaro extra può anche prevedere investimenti per il futuro.
  • Indice di liquidità = 1 
    Le attività correnti e le passività correnti sono pressoché identiche. L’impresa non è ancora in sofferenza, ma bisogna apportare dei correttivi per non diventare insolventi e avere crisi di liquidità.
  • Indice di liquidità < 1
    La situazione finanziaria della società è preoccupante. Le passività sono superiori alle attività correnti e non si riescono a sostenere tutte le spese.

Questi valori si riferiscono sia alla liquidità immediata sia alla liquidità totale.

Alcuni esempi possono semplificare la questione. I numeri che abbiamo utilizzato servono solamente a far capire facilmente questo parametro che può sembrare ostico, ma che si rivela utile nella gestione della tua azienda.

Prendiamo sempre un’azienda specializzata nella meccanica di precisione e che ha liquidità immediata pari a 1 milione di euro. Deve far fronte a spese correnti per 950.000 euro.
Facendo velocemente i calcoli: 1.000.000/ 950.000 =1,05.
L’indice è leggermente sopra l’uno e quindi la società può far fronte nel breve termine a tutte le spese.

Facciamo un altro esempio. Sempre la stessa azienda e sempre la stessa liquidità, solo che in questo caso le passività correnti invece di essere di 950.000 sono di 1.250.000 euro.
Facendo i calcoli (1.000.000/1.250.000=0,8) si scopre che l’indice è inferiore a uno e l’azienda è in crisi di liquidità.
Per non diventare insolvente nei confronti dei fornitori o per pagare gli stipendi deve trovare delle soluzioni nell’immediato che vedremo tra qualche paragrafo.

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La liquidità differita

Nello spiegare l’indice di liquidità totale abbiamo parlato di liquidità differita: che cosa è? Si tratta di tutti quegli asset che possono diventare liquidi, ma non nel breve periodo (entro i dodici mesi).

Sono tutte quelle attività come i crediti commerciali, oppure la vendita di beni e servizi che avviene sul lunghissimo periodo. Sono un bene dell’azienda, diventeranno liquidi, ma non subito. Di conseguenza questi elementi non possono essere utilizzati per coprire le spese correnti, ma servono solamente a programmare il futuro dell’impresa.

 

La differenza tra liquidità e solvibilità

Liquidità e solvibilità sono due termini che spesso vengono utilizzati come sinonimi, ma che in realtà hanno significati differenti. Un’azienda che ha liquidità non vuol dire che sia solvibile.

Per quale motivo? La liquidità attiene alla sfera finanziaria di un’azienda, cioè la sua capacità nell’immediata di pagare le spese correnti. Un’azienda solvibile, invece, oltre a poter pagare le spese è anche in grado di far fronte sul lungo periodo di tutti i debiti che ha contratto. Con il termine solvibilità si fa riferimento alla situazione patrimoniale.

 

Perché è importante monitorare la liquidità

Il monitoraggio della liquidità è importante per la salute finanziaria dell’azienda. Sapere mese per mese quali sono le disponibilità economiche e se riesci a far fronte a tutte le passività previste, ti aiuta a mantenere un equilibrio.

Sul lungo periodo avere un cash flow (flusso di cassa) negativo porta solamente a un risultato: insolvenza e chiusura dell’attività. Come far fronte a tutto questo? Con un'oculata gestione delle proprie finanze.

Il cash management, cioè la corretta gestione della liquidità, è un’attività che non tutti gli imprenditori seguono pedissequamente e che, invece, consigliamo di svolgere per far crescere la società su basi solide.

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Come gestire la liquidità: buone pratiche e strumenti

Avere una corretta contabilità con tutte le entrate (e la liquidità disponibile) e le spese è uno degli aspetti fondamentali che ogni azienda si deve prefissare. Sicuramente si tratta di un impegno gravoso, ma seguendo delle buone pratiche e utilizzando qualche semplice strumento, diventa tutto più semplice.

Ecco alcune semplici regole da seguire:

  • utilizza un sistema di monitoraggio che tenga conto di ogni singola spesa e di ogni singola entrata, anche le più piccole;
  • dividi le spese in fisse, variabili e semivariabili in modo da adattare il flusso di cassa in base agli imprevisti;
  • dividi i crediti in esigibili, inesigibile, a breve o a lunga scadenza. Non riuscire a riscuotere i crediti dalle altre aziende, oppure pagare i fornitori troppo presto ti può portare molto velocemente ad avere crisi di liquidità da cui è difficile risollevarsi;
  • mantieni sempre una riserva di contante da cui attingere nei momenti complicati. Per il cash management ti consigliamo di dotare la tua azienda di appositi strumenti.
Con la prima nota di Fatture in Cloud, ad esempio, tieni traccia in modo semplice delle entrate e delle uscite della tua attività. I movimenti in entrata e in uscita si creano in automatico quando registri le fatture e puoi inserire manualmente anche i giroconti e altre spese.
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I problemi di liquidità e come risolverli

Anche nelle migliori aziende può capitare di avere problemi di liquidità per qualche mese.
A cosa è dovuta la carenza di liquidità? I motivi possono essere differenti:

  • aumento di costi di gestione dell’impresa,
  • calo delle vendite e di conseguenza del contante a disposizione,
  • spese impreviste,
  • crediti insoluti e difficilmente esigibili,
  • ritardo dei pagamenti da parte delle fatture.

Per evitare di diventare insolventi oppure dei cattivi creditori, ci sono degli interventi che puoi fare nel brevissimo periodo.

Ad esempio, un modo per avere liquidità immediata è quello di far ricorso alla cessione del credito. Di cosa si tratta? Della cessione a società terze dei crediti nei confronti dei clienti. Così puoi ottenere in tempi brevi contati con cui far fronte a spese impreviste.

In alternativa, puoi ricorrere ad altre fonti di finanziamento.
Ad esempio, puoi richiedere finanziamenti erogati dalle banche:

  • mutui aziendali,
  • prestiti,
  • prestiti agevolati con copertura statale (per ottenere questi finanziamenti bisogna solitamente rispondere a dei bandi di concorso),
  • crowdfunding.

Monitorare la liquidità è quindi essenziale per verificare di riuscire ad affrontare le spese ricorrenti e impreviste, evitando crisi che possono mettere a dura prova la stabilità della tua impresa.

La gestione della liquidità è strettamente correlata alla tesoreria aziendale. Cos’è quest’ultima e quali attività comprende? Lo vedremo nel prossimo capitolo.

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