Autore: Fatture in Cloud
Vuoi aderire al regime forfettario? Attenzione a non farti ingannare dalla convenienza della tassazione ridotta.
Infatti, sebbene a primo impatto il regime forfettario possa sembrare l’ideale per chi intende aprire o gestire una Partita IVA e ottimizzare il proprio “carico fiscale”, ci sono casi in cui è meglio scegliere il regime ordinario.
A cosa devi prestare attenzione? In prima battuta al coefficiente di redditività, che determina il valore effettivo del reddito che sarà sottoposto a tassazione, ma anche alle caratteristiche della tua attività.
Inoltre, è importante chiederti anche quante spese dovrai sostenere e se avrai bisogno di dipendenti e collaboratori.
Analizziamo tutti i fattori da considerare per valutare se il regime forfettario conviene davvero.
Nella nostra guida abbiamo dedicato ampio spazio ai vantaggi fiscali e contabili del regime forfettario.
In questo approfondimento non vogliamo quindi tornare su concetti come la percentuale di tasse del forfettario e le semplificazioni in materia di IVA e adempimenti, ma calarci nel pratico per fornirti ulteriori e fondamentali elementi di valutazione.
Se è infatti vero che a una prima impressione il regime forfettario si presenta come la via più conveniente per gestire un’azienda senza aggravi particolari sul fronte fiscale, è necessario adattare le regole previste sulla base delle specificità della propria attività.
Come abbiamo avuto modo di analizzare insieme, è necessario rispettare specifici limiti del regime forfettario.
Il primo riguarda l’impossibilità di fruire di deduzioni e detrazioni per le spese sostenute, aspetto che si collega al concetto dei coefficienti di redditività abbinati ai diversi codici ATECO (e quindi alle diverse tipologie di attività).
Nel regime forfettario, il calcolo delle imposte si distingue rispetto al regime ordinario per la determinazione del reddito imponibile.
A differenza di quest'ultimo, non bisogna sottrarre le spese effettivamente sostenute, ma applicare invece un "coefficiente di redditività" ai ricavi o compensi conseguiti.
I coefficienti di redditività variano in base al settore di appartenenza, in particolare al codice ATECO, proprio con il fine di considerare in maniera differente l’impatto delle spese sul reddito prodotto.
Il coefficiente di redditività rappresenta una stima forfettaria dei costi inerenti all'attività.
Ad esempio, se il coefficiente di redditività è del 78%, significa che, in fase di calcolo delle imposte dovute, questa quota rappresenterà il reddito imponibile, mentre il restante 22 per cento sarà considerato come costi “forfettari” sottratti dalle regole di tassazione.
Generalmente quindi, se il coefficiente assegnato alla tua attività è basso, sarà più vantaggioso aderire al regime forfettario, poiché ti verrà riconosciuta una maggiore percentuale di spese forfettarie e di conseguenza, un reddito imponibile inferiore su cui calcolare l’aliquota sostitutiva.
Semplificando, pagherai meno tasse, in forma di aliquota sostitutiva, perché questa verranno calcolate a partire da un reddito inferiore.
Ricordiamo che l’aliquota sostitutiva è l’imposta prevista per il regime forfettario che va a sostituirsi a IRPEF, IRAP e addizionali regionali e comunali e consiste nel 15% del reddito imponibile, percentuale ridotta al 5% in alcuni casi particolari (ad esempio, per le nuove attività).
Quali spese si possono scaricare nel regime forfettario? L’abbiamo già evidenziato prima ma è bene ripeterlo: nel regime forfettario non si possono scaricare i costi operativi effettivi (come affitto, utenze, acquisto di beni, pubblicità), tranne i contributi previdenziali, a differenza di quanto previsto invece nel regime ordinario.
In aggiunta, chi applica il forfettario non può dedurre dal reddito le spese di rappresentanza, ma anche ad esempio i costi legati agli investimenti in macchinari o software, o ancora le spese di formazione o aggiornamento.
Su questa limitazione dovrai quindi fare calcoli specifici e calibrati in base alle caratteristiche della tua attività.
Se ad esempio le spese operative reali che sostieni o sosterrai sono inferiori rispetto alla percentuale di costi implicita nel coefficiente di redditività, il forfettario risulterà più conveniente.
Al contrario, se le spese che sostieni risultano superiori alla percentuale di forfettizzazione prevista dal coefficiente che ti è attribuito, applicare il regime agevolato risulterà poco vantaggioso.
Proviamo a fare qualche esempio pratico per capirci di più, confrontando le regole del forfettario con quelle del regime ordinario IRPEF.
Ipotizziamo che tu sia un professionista, ad esempio un consulente informatico, e che quindi debba applicare il coefficiente di redditività del 78%.
Nel corso dell’anno un totale di spese pari a 5.000 euro, relative ad esempio all’acquisto di software e alla formazione. Il tuofatturato annuo è di 40.000 euro e la quota di contributi che dovrai versare è pari a 2.000 euro.
Attuando le regole del regime forfettario, il tuo reddito imponibile sarà pari a 29.200 euro (cioè 40.000 euro x il coefficiente del 78%, sottratti i contributi previdenziali).
Applicando l’imposta sostitutiva del 15%, le imposte che dovrai versare ammontano a 4.380 euro.
Adottando il regime ordinario, e sottraendo dal fatturato annuo i costi sostenuti e i contributi previdenziali, il reddito imponibile sarebbe di 33.000 euro. Su questa somma, applicando le aliquote IRPEF, il totale del dovuto risulterebbe di 8.190 euro.
In questo caso è quindi evidente la convenienza del regime forfettario rispetto al regime ordinario.
Mettiamo il caso che tu svolga un’attività commerciale, applicando il coefficiente di redditività del 40%. I ricavi annui ammontano a 80.000 euro, ma i costi da sostenere sono elevati: 50.000 euro (per merci, affitto, utenze e costi di produzione) e un importo di contributi pari a 6.000 euro (applicando la riduzione del 35%).
In questo caso, considerando un reddito imponibile di 26.000 euro (80.000 euro x 40% - 6.000 euro), il totale di imposte dovute con il forfettario è pari a 3.900 euro.
Di contro, applicando il regime ordinario, l’IRPEF dovuta sul reddito netto (dopo aver dedotto le spese e i contributi) ammonterebbe a 5.520 euro.
In questo caso le differenze si riducono, e anche se il regime forfettario sembra a un primo sguardo più vantaggioso, dovrai prestare attenzione ad un altro aspetto.
La possibilità di detrarre l’IVA sulle merci ti consentirebbe di ridurre ulteriormente i costi effettivi.
Essendo che la possibilità di detrazione dell’IVA sulle merci non è ammessa nel regime forfettario, per effetto dell’applicazione dell’imposta sulle fatture, mentre invece è consentita nel regime ordinario, quest’ultimo risulterebbe più conveniente.
Caso |
Il regime forfettario conviene? |
Motivo |
Spese inferiori alla percentuale implicita nel coefficiente di redditività | Sì | L’imposta del 15% (o del 5%) si applica su una base imponibile superiore alle spese sostenute |
Spese superiori alla percentuale implicita nel coefficiente di redditività | No | La base imponibile forfettaria è inferiore alle spese e si pagano quindi imposte su un reddito superiore a quello effettivo |
Spese personali di importo elevato (spese mediche, di istruzione, lavori in casa, ecc) | No | Nel regime forfettario non è possibile usufruire di detrazioni IRPEF per spese personali |
Necessità di assunzione di dipendenti | No | Il regime forfettario prevede un limite massimo di spesa per il personale di 20.000 euro annui |
Attività con IVA detraibile sulle merci | Convenienza da valutare | Nel regime forfettario non si detrae l'IVA sulle merci. Potrebbe essere più conveniente il regime ordinario |
Una tabella che riassume i principali casi di convenienza del regime forfettario
Parlando di ottimizzazione delle spese non si può poi non parlare anche di quelle personali.
Se applichi il regime forfettario non potrai portare in detrazione i costi che hai sostenuto (per te o per i tuoi familiari a carico) in relazione a spese sanitarie, spese scolastiche, interessi sui mutui o ancora in caso di ristrutturazioni edilizie.
I bonus fiscali agiscono infatti sull’IRPEF e lasciano fuori i regimi sostitutivi, come il forfettario.
Se hai quindi spese personali significative che danno diritto a detrazioni IRPEF (ad esempio, un mutuo consistente, spese mediche elevate per te o per i tuoi familiari), il regime ordinario potrebbe generare un risparmio maggiore sul carico fiscale complessivo, anche se la tassazione sull'attività potrebbe apparire leggermente più alta a prima vista.
Ecco, quindi, perché ti consigliamo di non lasciarti ingannare dall’apparente convenienza della tassazione fissa del 15%. Anche il Fisco va cucito su misura, tenuto conto di diversi aspetti che caratterizzano non solo la tua vita professionale ma anche quella personale.
Tra i punti da attenzionare poi, non bisogna dimenticare anche le proprie prospettive di crescita.
Infatti, come abbiamo già approfondito nel capitolo dedicato al regime forfettario e lavoro dipendente, chi applica il regime forfettario deve rispettare un limite specifico relativo alle spese per il personale. I costi sostenuti per dipendenti e collaboratori non devono superare i 20.000 euro annui.
Questa è una delle limitazioni che rendono meno adatto il forfettario per chi vuole costruire un’attività strutturata e più complessa e, in generale, per chi ambisce a una crescita sostenuta del proprio business.
Un'azienda che intende assumere personale per espandere le proprie operazioni, migliorare il servizio clienti, o delegare compiti per concentrarsi sullo sviluppo strategico, si troverebbe rapidamente vincolata da questa soglia.
Nei fatti, se hai un’attività per la quale hai bisogno di uno o più dipendenti o collaboratori, anche a tempo parziale, il forfettario diventa poco adatto e potrebbe diventare un limite importante nella costruzione di un team significativo e strutturato.
Dalle considerazioni fatte fin ora, quel che emerge è quindi che scegliere il regime forfettario perché più conveniente, sul fronte della percentuale di tassazione, potrebbe rivelarsi un errore.
Dovrai invece valutare attentamente pro e contro, mettendo in relazione fatturato, coefficienti di redditività, costi aziendali e spese personali, ma anche le tue ambizioni di crescita.
Solo così potrai avere chiaro in mente come ottimizzare la gestione fiscale della tua attività professionale o di impresa.
Una volta chiarito se il regime forfettario fa davvero al caso tuo, ti puoi trovare davanti a scenari diversi. Magari stai per aprire una nuova partita IVA e vuoi partire subito con il regime agevolato. Oppure hai già un’attività attiva con un altro regime e stai pensando di passare al forfettario per semplificare la gestione fiscale. Nel prossimo capitolo vedremo insieme come muoverti in ciascuna di queste situazioni.