Autore: Fatture in Cloud
Tra i pochi obblighi imposti a chi si trova in regime forfettario, c’è quello di emettere e numerare le fatture. Già, ma come si compila una fattura? Alcuni campi sono tassativi, oppure si può fare di propria iniziativa? C’è qualche informazione da inserire per via dell’adesione al regime agevolato o si può ricorrere a un modello di fattura standard? Nel capitolo diamo risposta a tutte queste domande. Lo facciamo seguendo un modello di fattura che abbiamo prodotto con il nostro software di fatturazione.
Ecco un modello di fattura che abbiamo preparato tramite Fatture in Cloud: ti può tornare utile sia per seguire il discorso, sia per verificare che le tue fatture contengano i dati e le diciture richiesti.
All’interno delle fatture che emetti devi necessariamente inserire alcuni campi, indipendentemente dal regime fiscale in cui ti trovi. Li stabilisce l’articolo 21, comma 2, D.P.R. 633/1972 e sono:
Oltre ai dati obbligatori, ci sono altre informazioni da riportare in fattura, che comunicano la tua adesione al regime forfettario e le conseguenti semplificazioni ai fini IVA e sulle imposte di cui benefici.
In particolar modo, sono tre le diciture a cui prestare attenzione, relative a: mancata applicazione dell’IVA, assolvimento della marca da bollo e operazione non soggetta a ritenuta d’acconto.
I professionisti in regime forfettario devono comunicare chiaramente in fattura che non hanno applicato l’IVA sull’importo del documento, in quanto esenti da tale operazione. Per farlo, la dicitura obbligatoria da inserire è la seguente: “Operazione senza applicazione dell’IVA, effettuata ai sensi dell’articolo 1, commi da 54 a 89, l. n. 190 del 2014 così come modificato dalla l. n. 208 del 2015 e dalla l. n. 145 del 2018”.
È obbligatorio inserirla, in caso contrario la tua fattura non sarà in regola.
Nel nostro esempio di fattura per regime forfettario trovi la dicitura in fondo a destra, nel riquadro dedicato al riepilogo IVA: è certamente un’ottima soluzione per trasmettere l’informazione in modo lampante per il tuo cliente.
Per rendere valida la tua fattura, devi anche applicare una marca da bollo da 2€ se l’importo supera i €77,47. Per informare il tuo cliente sull’assolvimento di quest’obbligo, inserisci nel documento questa dicitura: “Imposta di bollo da 2 euro assolta sull’originale per importi maggiori di 77,47 euro”.
Nel nostro modello di fattura abbiamo messo la dicitura nel campo note, dove il cliente può trovare immediatamente tutte le informazioni aggiuntive alla fattura.
Abbiamo visto che tra le semplificazioni del regime forfettario c’è anche l’esonero dalla ritenuta d’acconto: non ne sei soggetto, né la devi applicare ai tuoi clienti. Per indicare questo fatto, inserisci nella fattura la frase: “operazione non soggetta a ritenuta alla fonte a titolo di acconto ai sensi dell’articolo 1, comma 67, l. n. 190 del 2014 e successive modificazioni”.
Se sei un professionista in regime forfettario, questa dicitura ti risulta particolarmente utile; infatti comunica al tuo cliente che lui, a sua volta, non deve applicare la ritenuta d’acconto quando emette una fattura indirizzata a te.
Una volta compilata la fattura, dovrai procedere alla sua emissione, quindi all'invio al cliente. Entro quando emettere la fattura? Puoi farlo subito dopo aver consegnato il bene venduto o completato il servizio offerto, entro i 12 giorni seguenti, oppure entro il 15 del mese successivo. In base al momento in cui consegni la fattura, potrai definirla fattura immediata o differita.
È tutto chiaro sulla fatturazione elettronica per i forfettari? Bene, ora passiamo a un altro concetto importante: la ritenuta d’acconto nel regime forfettario. Infatti, anche se non ne sei sottoposto, potresti averne a che fare.
Questo contenuto è aggiornato al 2023.