Capitolo n° 2

Obbligo di Partita IVA: quando si deve aprire?

Vi è l’obbligo di apertura della Partita IVA quando l’attività che svolgi diventa continua e abituale. Cosa significa? Approfondiamo i vari casi e sfatiamo il mito della soglia dei ricavi.

Autore: Fatture in Cloud

 

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Hai un'idea imprenditoriale, l'hai valutata e sai che avrà buone probabilità di avere successo. Provi a fornire i prodotti e/o i servizi a qualche cliente o amico/a, tramite prestazione occasionale senza partita IVA. Ad un certo punto, però, ti ritrovi ad avere l’obbligo di aprire partita IVA.

Ma cos'è esattamente la Partita Iva? E quando diventa obbligatorio aprirla? Diamo risposta a queste domande, fornendo esempi concreti.

 

Cos’è la Partita Iva

Per partita Iva intendiamo un codice numerico che identifica una persona fisica che vuole dare vita a un’attività imprenditoriale, professionale oppure una società.

Composta da 11 numeri, la Partita Iva è suddivisa in questo modo:

  • i primi 7 numeri collegano la Partita Iva al contribuente titolare del codice;
  • i 3 numeri successivi rappresentano il codice che identifica l’Ufficio delle Entrate;
  • l’ultimo numero, invece, ha una funzione di controllo.

Bisogna aprire Partita Iva nel momento in cui avvii l’attività e la sua validità è da considerarsi tale fino a quando non cessi la tua attività, comunicandone ufficialmente la chiusura. È fondamentale individuare quando è obbligatorio aprire Partita Iva. Per questo motivo, l’aiuto di un Commercialista è essenziale, non solo in questo momento particolare, ma in generale per assisterti in tutto il periodo in cui svolgi la tua attività.

 

Obbligo o non obbligo di apertura Partita IVA: i casi

1. Gli imprenditori

Quando bisogna aprire partita Iva? Se vuoi svolgere un’attività commerciale o agricola in maniera abituale e non esclusiva.

Questo accade quando esegui in modo regolare, sistematico e ripetitivo, tutto un insieme di atti economici per conseguire uno scopo specifico.

Con il termine attività commerciali, ci riferiamo ad:

  • attività a carattere industriale volte a produrre beni e servizi,
  • attività di intermediazione nell’ambito della circolazione dei beni,
  • attività assicurativa e bancaria,
  • altre attività ausiliarie a tutte quelle citate sopra.

Invece, definiamo attività agricole quelle che hanno le seguenti finalità:

  • coltivare il fondo,
  • la selvicoltura,
  • l’allevamento di bestiame,
  • l’alienazione o la trasformazione di prodotti agricoli.

Rientri nell’obbligo apertura partita Iva anche se intendi svolgere o stai svolgendo un’attività di natura non commerciale, ma comunque organizzata in forma di impresa. Per quanto riguarda, invece, gli imprenditori individuali, sono obbligati ad aprire la partita Iva se svolgono un’attività agricola o commerciale.

Non hai l’obbligo di aprire partita IVA nel caso in cui svolgi le operazioni principalmente in forma privata.

2. Le società

Quando si deve aprire partita Iva per una società? Nel caso in cui due o più persone vogliano svolgere un’attività in forma organizzata. Le principali tipologie di società proposte dall’ordinamento italiano sono:

  • le società di capitali: S.r.l.s (Società a responsabilità limitata semplificata), S.r.l (Società a responsabilità limitata), S.p.A (Società per Azioni), Società in accomandita per azioni (S.a.p.A.);
  • le società di persone: S.s. (società semplici), S.n.c (società in nome collettivo), S.a.s. (Società in accomandita semplice);
  • società cooperativa.

Approfondiremo cosa sono, i pro e i contro di srl, snc, cooperative e delle altre società nel capitolo dedicato alla forma giuridica.



Quando è necessario e obbligatorio aprire Partita Iva? E cosa succede se non lo si fa?
Scopri le risposte del Commercialista Allievi.

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3. Professioni e arti

Se eserciti una professione oppure un’arte, hai comunque l’obbligo dell’apertura della partita Iva. Nel caso specifico, il riferimento è se svolgi un’attività che, contemporaneamente, è:

  • lavoro autonomo, cioè dove non sono presenti vincoli di subordinazione con un committente per compiere un’opera o un servizio;
  • esercitata con finalità professionali in modalità continuativa e abituale, con termini temporali e il percepimento di compensi diversi rispetto alle attività di lavoro dipendente.

4. Il caso particolare del secondo lavoro

Sei un lavoratore dipendente e contemporaneamente stai svolgendo una seconda attività? Dovresti valutare l’apertura della Partita Iva nel caso in cui vorresti trasformare la tua attività da occasionale ad abituale.

Facciamo un esempio. Potresti essere stato assunto/a con un contratto di lavoro subordinato e, parallelamente, aver avviato un’attività collaterale. L’attività, all’inizio di modesta rilevanza economica, nel corso del tempo potrebbe aumentare la sua importanza in quanto a compensi e a ore dedicate.
In questo caso, con un’attività autonoma che è diventata man mano abituale, e quindi non più considerata occasionale ma prevalente, dovresti ugualmente valutare:

  • la concreta opportunità di avviare l’ attività economica con partita IVA;
  • eventuali obblighi contrattuali di comunicazione verso il tuo datore di lavoro;
  • il fatto di essere dipendente nel settore privato piuttosto che in quello pubblico (ricordando che nella generalità dei casi per i lavoratori del pubblico impiego lavoro dipendente e partita IVA sono incompatibili).

5. Da lavoratore autonomo occasionale a Partita IVA

In quanto la loro caratteristica peculiare è l’episodicità, le prestazioni di lavoro autonomo occasionali non possono essere paragonate alle attività in cui è obbligatorio aprire Partita Iva.

Anche se di fatto non esiste nessuna forma di subordinazione con il committente, il lavoratore svolge la sua prestazione in modo completamente occasionale, quindi senza i requisiti propri della prevalenza e del lavoro professionale.

Facciamo un esempio. Sei stato assunto/a da un supermercato come addetto alle vendite. Siccome hai la passione dell’informatica, ti viene dato l’incarico di creare il sito Web di un’azienda diversa da quella che ti ha assunto come dipendente. Questa prestazione è occasionale, autonoma e non prevalente sia in quanto a compenso, che a tempo dedicato rispetto al lavoro dipendente.

Se il sito Web ha successo, un veloce passaparola potrebbe aumentare le richieste da parte di altri committenti che vogliono un sito Web per la propria attività. A questo punto, potresti prendere in seria considerazione l’ipotesi di dedicarti totalmente a questo tipo di lavoro informatico. In questo caso, prima che l’attività si trasformi in prevalente e abituale, quindi in lavoro autonomo, dovresti prendere in considerazione l’apertura della partita Iva.


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6. Attività di hobbistica e vendita

Hobbistica e vendita online: quando si deve aprire partita Iva? In questo caso, per capire se esiste l’obbligo o meno, bisogna identificare la tipologia di attività da svolgere, prestando molta attenzione ai guadagni e alle modalità temporali.

Un’attività che prevede la vendita di prodotti per hobby non viene regolamentata da norme ben precise e a carattere nazionale.

Nella maggior parte dei casi possiamo riferirci a disposizioni che considerano queste categorie come soggetti non professionali che si dedicano alla vendita di prodotti realizzati con la loro ingegnosa capacità, di valore modesto e con modalità occasionali. Questi due elementi, cioè i guadagni ridotti e l’attività occasionale, non rientrano nell’obbligo di apertura della partita Iva.

Obbligo di Partita Iva per hobbisti

In caso contrario, cioè quando i requisiti che abbiamo visto prima non vengono rispettati e l’attività viene svolta non più occasionalmente ma con frequenza e, soprattutto, i guadagni sono di una certa rilevanza, la Partita Iva diventa obbligatoria insieme a diversi adempimenti fiscali per legge, come:

  • l’iscrizione alla Camera di Commercio, in quanto questa attività rientra nella sezione artigiani o commercianti;
  • gli adempimenti sia per la richiesta che per l’attribuzione della Partita Iva;
  • la segnalazione certificata, presso il Comune in cui verrà svolta, di inizio attività;
  • gli adempimenti di natura fiscale, come l’emissione di fatture, la dichiarazione dei redditi tramite il modello unico e i registri contabili.

Riepilogando, quando l’attività avviene in modo occasionale e il guadagno ottenuto è di modesta entità, puoi tranquillamente rilasciare una semplice ricevuta non fiscale in cui viene attestata la vendita eseguita. Invece, se l’attività non è più occasionale ma cresce e diventa continuativa, sia in termini di tempo che di guadagni, diventa obbligatorio aprire Partita Iva e i svolgere relativi adempimenti fiscali.

 

La soglia dei ricavi e l’obbligo di Partita Iva

Molto spesso nasce una certa confusione in merito alla soglia dei ricavi, ovvero i “famosi5.000 euro, e l’obbligo di apertura della partita Iva.

Tutto questo è fondamentalmente errato, poiché i ricavi non devono mai essere considerati come un parametro di riferimento che stabilisce autonomamente se devi o non devi operare a livello professionale.

In base a quanto detto finora, possiamo riassumere l’obbligo di apertura della Partita Iva con questa equazione:
Continuità dell’attività + Abitualità + Organizzazione dei mezzi = Apertura Partita Iva
L’equazione è da considerarsi il vero e unico parametro a cui fare riferimento per l’apertura o meno della partita Iva. C’è da dire, però, che l’Amministrazione finanziaria non ha mai chiarito la definizione precisa da assegnare agli elementi “Continuità dell’attività” e “Abitualità”. Ecco perché è importante e necessario valutare con precisione ogni caso, magari con una consulenza da parte di un Commercialista. Per capire come questo professionista ti può aiutare, leggi il capitolo dedicato ad “aprire Partita Iva con il Commercialista”.

Apertura Partita Iva - raccolta contenuti Fatture in Cloud

 

Sanzioni per chi esercita un’attività senza aprire Partita Iva

Se decidi di avviare un’attività senza però aprire la partita Iva, nonostante tu ne abbia l’obbligo, rischi sanzioni:

  • amministrative, per il mancato pagamento di imposte e contributi legati alla partita Iva;
  • penali, per l’esercizio abusivo della professione o dell’attività commerciale.

Sai di avere l’obbligo di aprire una Partita Iva, ma hai la certezza di poterlo fare? Ti aiuteremo a capirlo nel prossimo capitolo, dedicato ai requisiti per aprire Partita Iva.


Domande frequenti sull’obbligo di apertura della Partita IVA

  1. Quando è obbligatorio aprire Partita Iva?
    In generale, è obbligatorio aprire Partita Iva quando vi è continuità e abitualità dell’attività.

  2. Quando non è necessario aprire Partita Iva?
    In linea generale, non è necessario aprire Partita Iva quando svolgi le attività in forma privata e in modo occasionale. 

  3. Chi ha l'obbligo di aprire Partita Iva?
    In base alla tipologia di attività (attività commerciale, società, professioni e arti) e alle caratteristiche del soggetto (ad esempio, un dipendente che svolge un secondo lavoro), alcune condizioni che determinano l’obbligo di apertura della Partita Iva.

  4. Quanto bisogna guadagnare per non aprire Partita Iva?
    I ricavi non devono essere considerati un parametro per l’obbligo o meno di apertura della Partita Iva.

  5. Cosa succede se non si apre Partita Iva?
    Se eserciti un’attività e hai l’obbligo di aprire Partita Iva, ma non lo fai, puoi incorrere in sanzioni amministrative, fiscali e anche di natura contributiva.