Capitolo 8

Nota di credito: cos’è, quando e come si compila

Vuoi correggere una fattura elettronica errata già recapitata al cliente? Oppure intervenire a seguito della rescissione di un contratto? Dovrai emettere una nota di variazione, di debito o credito. Qui ti spieghiamo come fare una nota di credito, anche elettronica.

Autore: Fatture in Cloud

Gli errori e gli imprevisti possono presentarsi anche quando la fattura elettronica è già stata inviata. Come correggere i dati in questo caso? Oppure, come intervenire per il recupero dell’IVA, nel caso in cui la base imponibile si riduca? La soluzione è emettere una nota di variazione che, a seconda della modifica della fattura già emessa (in aumento o in diminuzione), viene definita nota di debito o di credito.

In questo capitolo introdurremo le note di variazione, focalizzandoci sulla nota di credito. Capiremo cosa vuol dire, come funziona, quando si emette e come si fa una nota di credito. Infine, elencheremo i dati e i codici da inserire in una nota di credito elettronica. Iniziamo!

Cos’è la nota di credito e qual è la differenza con la nota di debito

La nota di credito rientra nelle note di variazione, documenti contabili che è possibile emettere a rettifica di una fattura già emessa e registrata, quando si verificano alcune situazioni, che vedremo nel prossimo paragrafo.

A seconda di come varia l’importo della fattura già emessa e registrata, possiamo distinguere tra:

  • nota di debito: la nota di variazione in cui l’imponibile e la relativa imposta aumentano,
  • nota di credito: la nota di variazione in cui l'imponibile e la relativa imposta diminuiscono.

Quando emettere una nota di variazione (debito o credito)

Veniamo ora al concreto e cerchiamo di capire quando e perché potresti aver bisogno di emettere una nota di variazione.

Ecco alcune situazioni-tipo:

  • in fattura è presente un errore che può essere meramente “formale” (errata indicazione della denominazione del Cliente, ad esempio) oppure “sostanziale”, come un’errata nell’indicazione della base imponibile, nel il calcolo dell’imposta, o nell’applicazione dell’aliquota IVA;
  • non è stato applicato un abbuono o uno sconto previsto da contratto;
  • avviene la restituzione di prodotti difettosi e in esecuzione di un’apposita clausola contrattuale (come illustrato nella risoluzione 16 dicembre 1975, prot. n. 502289);
  • vi è la rescissione o l’annullamento di un contratto.

Queste circostanze, generalmente, richiedono l’emissione di una nota di variazione. Quando la variazione è in aumento (ad esempio, l’importo nella fattura originaria è minore del dovuto), dovrai ricorrere a una nota di debito. Se invece la variazione è in diminuzione (ad esempio, nel caso in cui l’importo della fattura originaria è maggiore del dovuto), avrai a che fare con una nota di credito.

Per avere la certezza di come sia meglio agire, ti consigliamo di chiedere al Commercialista o al professionista che ti segue nella fatturazione: esaminando il tuo caso specifico, ti saprà dare la risposta che cercavi. È più chiaro il significato di nota di credito? Ora passiamo ad approfondire i tempi e i modi dell’emissione.

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Entro quando procedere all’emissione della nota di credito e debito

Esaminando l’art. 26 del D.P.R. 633/72, notiamo che il comma 3 dà come limite “un anno dall’effettuazione dell’operazione imponibile” nei casi in cui:

  • gli eventi indicati (nel comma 2 dell’articolo, che noi abbiamo accennato nel paragrafo precedente) si verificano a seguito di un accordo tra le parti;
  • si debba rettificare inesattezze della fatturazione che abbiano dato luogo all’art.21, comma 7, dello stesso D.P.R (ad esempio, imposta in misura superiore a quella reale).

Invece, non ci sono limiti temporali per la riduzione dell’imponibile avvenuta a seguito di quelle situazioni che l’art. 26 del D.P.R. 633/72 definisce:

  • dichiarazione di nullità, annullamento, revoca, risoluzione, rescissione e simili”;
  • mancato pagamento in tutto o in parte a causa di procedure concorsuali o di procedure esecutive individuali rimaste infruttuose“.

Come fare una nota di credito: alcune indicazioni

La nota di credito ha caratteristiche uguali a una fattura e quindi anche gli stessi dati fondamentali (tra cui l’indicazione del cedente, del cessionario, la numerazione, etc.).

Deve anche riportare i riferimenti alla fattura rettificata e le correzioni necessarie alla fattura originaria.

Come compilare la nota di credito in modo più semplice e veloce? Alcuni software di fatturazione permettono di duplicare la fattura di partenza, così da ottenere una nota di credito che già contiene tutti i dati necessari. Inoltre, offrono dei campi specifici, che permettono di inserire nella nota di credito i riferimenti alla fattura. Ecco alcune schermate di esempio da Fatture in Cloud

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La nota di credito elettronica: cosa deve contenere

La nota di credito è un documento che si può emettere sia per le fatture “tradizionali”, sia per quelle elettroniche.

La compilazione di una nota di credito elettronica comprende:

  • campo cedente/prestatore: compilato i dati dell’emittente,
  • campo cessionario/committente: dove inserire i dati del destinatario,
  • indicazione di imponibile e imposta o della Natura nel caso non si tratti di un’operazione imponibile,
  • indicazione degli estremi della fattura precedentemente emessa ed inviata,
  • codice TD04 per la nota di credito.

Queste e altre indicazioni si trovano nella guida alla compilazione della fattura elettronica predisposta dall’Agenzia delle entrate.

Una volta compilata la nota di credito, la dovrai inviare al SdI e a attendere l’esito della trasmissione, come già fai con gli altri documenti elettronici.

Adesso che sai come compilare e inviare una fattura e come rimediare agli errori in cui potresti incorrere in queste fasi, passiamo a un'altra operazione fondamentale della fatturazione elettronica: la ricezione.

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Questo contenuto è aggiornato al 2023.