Autore: Fatture in Cloud
La fatturazione elettronica verso la Pubblica Amministrazione richiede una serie di dati e prevede alcune notifiche del tutto assenti dalle fatture verso i Privati. Quali sono? Come gestire tutto correttamente? In questo capitolo troverai le risposte che stavi cercando.
Il Ministero Economia e Finanze, ha stabilito che:
non possono accettare fatture emesse o trasmesse in forma cartacea, né procedere al pagamento, nemmeno parziale, di documenti non trasmessi in forma elettronica.
Quindi emettere fattura elettronica verso la Pubblica Amministrazione è un obbligo per tutte le Partite IVA: non potrebbe essere altrimenti, visto che il formato elettronico è l’unico ad essere accettato.
La natura del destinatario influisce sull’inserimento dei dati in alcuni campi della fattura elettronica, anche nel caso della PA.
Innanzitutto, come abbiamo già visto nel capitolo più generale sulla compilazione della fattura elettronica, quando il destinatario è la Pubblica Amministrazione, dovrai inserire il codice univoco di 6 caratteri che identifica ogni ufficio pubblico.
Attenzione: ricorda che, nel sistema della Fatturazione Elettronica verso “Privati” e verso “Titolari di Partita IVA”, il codice univoco è di 7 caratteri (numeri e lettere), mentre quello delle Pubbliche Amministrazioni è di 6 caratteri (numeri e lettere)!
Come reperire il codice, se non ti viene comunicato espressamente? Puoi consultare il portale IPA (www.indicepa.gov.it), che contiene tutte le informazioni relative agli enti pubblici, e cercare l’ufficio pubblico di tuo interesse.
Alcuni software, come Fatture in Cloud, permettono di trovare i dati dell’ufficio senza dover visitare altri siti e di inserire con un clic non solo il Codice univoco, ma anche tutte le anagrafiche, così da evitare errori di trascrizione.
Oltre al codice univoco, nella fattura elettronica alla PA dovrai inserire anche:
Questi dati servono per garantire la tracciabilità dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni.
Il CIG deve essere sempre riportato, tranne che nei casi di esclusione dall’obbligo di tracciabilità riportati nella Legge n. 136 del 13 agosto 2010.
Tieni anche presente che, nella predisposizione di una fattura elettronica verso la Pubblica Amministrazione, il codice CIG dovrà sempre essere presente, mentre il CUP potrà esserlo, solo se richiesto dall’Ente.
Lo Split Payment (o scissione dei pagamenti) è un meccanismo secondo cui la PA acquirente non corrisponde l’IVA presente in fattura al fornitore, ma la trattiene e la versa direttamente all’erario.
Applicano lo Split Payment:
Puoi trovare gli enti, le fondazioni e le società che applicano lo Split Payment in appositi elenchi, presenti sul sito del Dipartimento delle Finanze.
Devono seguire le regole dello Split Payment tutti coloro che emettono fatture alla PA (e ai soggetti elencati nei punti precedenti), tranne:
Per sapere con esattezza se e in quali rapporti devi emettere fattura con Split Payment, ti consigliamo di chiedere conferma al tuo Commercialista o al professionista che ti segue nella fatturazione.
Una volta compilata la fattura, la dovrai recapitare alla Pubblica Amministrazione utilizzando il Sistema d’Interscambio (SdI). La fattura assumerà diversi stati, in base all’avanzamento dell’invio.
Potrai ricevere dal SdI alcuni messaggi (notifiche), che comunicano non solo l’esito delle operazioni compiute dal sistema stesso, ma anche le risposte trasmesse dalla PA. Questo perché la Pubblica Amministrazione, a differenza dei Privati, può rifiutare fatture elettroniche già approvate dal Sistema d’Interscambio.
Vediamo nel dettaglio quali sono questi messaggi:
Questi messaggi sono tanti e temi di non riuscire a gestirli nel migliore dei modi? Alcuni software di fatturazione ti restituiscono lo stato della fattura in tempo reale e persino utili indicazioni su come procedere per ogni notifica ricevuta. Ecco un esempio da Fatture in Cloud.